ONORARE LE DIFFERENZE

 PROMUOVERE CONNESSIONE 

COLTIVARE APERTURA RICETTIVA

Per un' improvvisazione intersoggettiva delicata

 TENTANDO DI COSTRUIRE ROBE CARINE

COINVOLGENTI

PIENE DI SENSO

E CONTINUANDO A OLTRANZA

ANCHE SE NON CI RIESCE 

Vai al sito de I Menchi

UN NUOVO PROGETTO TUTTO DA SCOPRIRE 

Improvvisare è ciò che facciamo tutta la vita, si tratta di un processo costante di accomodamento e assimilazione che ci permette di muoverci momento per momento in risposta alle proposte che il mondo esterno ed il nostro mondo interiore ci fanno e a come queste ci fanno sentire. L’improvvisazione teatrale è una pratica, un allenamento relazionale intersoggettivo profondo, un modo di stare nel presente che consente di attingere alle proprie risorse emotivo-intuitive, di incrementare la propria sensazione di autoefficacia, di rendere il lavoro condiviso collaborativo, spontaneo, appassionante e vitale. Offre la possibilità di lavorare su tutte quelle abilità relazionali sottili e trasversali che costituiscono una premessa di grande valore per muoversi nella relazione con l’altro con quel senso di apertura attenta e compassionevole che è alla base di qualsiasi agire rispettoso (e terapeutico). L’improvvisazione teatrale si propone come una palestra esperienziale per allenare quel senso di presenza e connessione sintonizzata e dialogica che consente di mettere da parte l’ansia da prestazione per poterci dedicare con cura al compagno, costruendo - là dove inizialmente è il vuoto spaventoso - una sinfonia condivisa, con curiosità e gioia, nota dopo nota, finché guardandoci indietro sarà possibile scorgere un viaggio che poco prima non esisteva, una musica ricca e delicata che non avevamo mai suonato e che adesso decanta dolcemente nel silenzio che ne segna la fine.

Le migliori relazioni che abbiamo, i momenti nei quali ci muoviamo con agio nelle nostre vite e nel nostro mondo e perfino un percorso psicoterapeutico che gode di buona salute, che siamo noi i pazienti o i terapeuti, sono forse qualcosa di così diverso da quanto sopra descritto? Non è forse possibile intravedere lo stesso identico processo alla base di ciascuna di queste cose? E potremmo chiamare questo processo improvvisazione?